“Alla stanza, al suo doppio, a chi la ha abitata, ai suoi fantasmi.”
La prima edizione di Alice nel paese delle meraviglie è stata pubblicata nel 1865.
Da allora, ha influenzato intere generazioni, vedendo numerosissime trasposizioni a livello cinematografico e non solo, influendo sull'immaginario di numerosissimi autori in tutto il mondo grazie alle sue atmosfere e personaggi surreali che navigano su quel sottile filo che è il tema del doppio.
Forti richiami a questo capolavoro della letteratura si possono cogliere anche nell'albo di cui vi parlo oggi: “La stanza doppia” (Laverve, ed. Bakemono Lab).
Sfogliare questo albo invita a perdersi e ritrovarsi, in un susseguirsi di incontri bizzarri e connessioni imprevedibili, il tutto condito da un immaginario che riporta subito la mente alle Wunderkammer.
Ma cosa sono le Wunderkammer?
Il termine significa letteralmente, dal tedesco, camera delle meraviglie, e proprio di questo si tratta.
Tra il XVI e il XVIII secolo, i collezionisti erano soliti stipare in stanze dedicate vari oggetti raccolti in diverse parti del mondo che suscitavano la loro meraviglia.
Gli oggetti in questione venivano suddivisi in due categorie principali: naturalia e artificialia.
I primi, come suggerisce il nome stesso, erano elementi naturali che suscitavano stupore per la loro particolarità, come ad esempio animali esotici e sconosciuti, splendide conchiglie, coralli, coppie di gemelli con una parte del corpo in comune e altro ancora. Nella sezione artificialia, invece, venivano raccolte tutte le opere create dalla mano dell'uomo che generavano stupore, come orologi dai complessi congegni, sfere armillari e molto altro.
Queste collezioni riempivano lo spazio della sala nella sua interezza, un vero e proprio trionfo dell'horror vacui.
E proprio questo succede ne “La stanza doppia” di Marco Libardi, in arte Laverve. Si tratta del primo volume che da il via a “La trilogia del feticcio”, di cui è già uscito il secondo
volume intitolato “Il feticista”, mentre il terzo, “Le Valentine”, è in lavorazione. Le tavole di questo libro sono mondi da esplorare, ogni immagine richiede di essere vista
con attenzione più volte per poter cogliere tutti i minuziosi dettagli ed elementi che la compongono. Animali fantastici, teschi e strani ibridi popolano le pagine de “La stanza doppia” mentre, avanzando nella lettura, la storia ci invita a seguire i passi della piccola Mirtilla, una bambina che parte dalla stanza della madre per arrivare in quella che è la stessa camera, ma diversa, popolata da un universo surreale e fantastico.
Il tema del doppio è il punto cardine di questa storia, la stessa figura della madre di Mirtilla sembra scissa in due diverse identità: da una parte la madre, dall'altra una strega, come se Laverve avesse voluto omaggiare le analisi di Bruno Bettelheim nell'ambito delle favole contenute ne “Il mondo incantato” (ed. Feltrinelli).
In queste illustrazioni tutto si mescola e si compensa, con campiture di colore piatte dai colori tenui. I riferimenti sono molti: prima di tutto, come abbiamo già visto, Alice nel paese delle meraviglie, ma sembrano anche esserci riferimenti a capolavori dell'animazione Katsuhiro Ōtomo come Akira di e gli incubi in stop motion di Jan Švankmajer e non vengono a mancare nemmeno i richiami alla cultura pop (Paperino, Pippo e Topolino sbucano in una delle tavole, con grandi corpi di scolopendre e mosche).
Si tratta sicuramente di un albo da guardare e riguardare, ma chi può raccontarcelo meglio di tutti è Laverve in persona:
Ciao Marco, benvenuto su Illustrada. Le tue immagini sono popolate da numerosissimi personaggi e creature che fanno capolino da ogni angolo. Da dove nasce questa tua fascinazione per le Wunderkammer?
Da bambino passavo le estati in una casa vicino al bosco. Ritrovare ossa di animali, piume, esoscheletri d'insetto, la pelle della muta dei rettili era per me una vera gioia, lo e ancora. Sono lasciti, tracce di qualcosa che e stato, fantasmi. Lo stesso interesse lo suscitano in me gli oggetti vecchi, appartenuti a qualcuno. Tacciono, conoscono storie invisibili. E questo segreto e la loro aurea. Walter Benjamin ha scritto che i surrealisti sono stati i primi a cogliere il potere magico degli oggetti impolverati, e l'oggetto surrealista e il tentativo vano di superare un trauma attraverso un manufatto artistico. Proprio per questo, Joseph Cornell esercita su di me un fascino unico. Trovo commovente la sua ricerca. Le Wunderkammer sono luoghi esemplari, ricettacoli di queste storie segrete. Credo che chi le curi riesca ad ascoltare quei pezzi. Quando ho scritto “Il Feticista” volevo descrivere l'invisibile che lega un collezionista alla propria collezione. Penso che esista una pulsione mortifera in questa attrazione. Ne “La stanza doppia” l'oggetto non e più raro, il luogo non e un gabinetto delle curiosità , ma la stanza di una madre. Il senso di meraviglia si nasconde nei rapporti emotivi che legano una madre a una figlia. Le storie non sono piu catalizzate da oggetti 'magici'. O forse sì?
Il tema del doppio guida tutta la storia in questo albo. Ci racconti da dove è nata l'idea per il libro?
Per me la casa e un guscio e un riparo, ma al contempo un luogo estremamente inquietante. È un luogo 'infestato' dai nostri ricordi. Ritornare alla casa della mia infanzia, ritrovare gli oggetti che la abitano e la hanno abitata e per me sempre una spinta a creare nuove storie. È spesso faticoso rievocare il passato e il doppio ci costringe a un lavoro psicanalitico, ci mette di fronte noi stessi, ci costringe a rivelarsi, a capirsi, a mostrarsi. “La stanza doppia” voleva essere una fiaba domestica: il bosco da attraversare e la camera da letto, trovare nostra madre puo coincidere a trovare una strega, ma anche una compagna di gioco. Volevo evocare la sensazione di cercare casa pur trovandosi nella propria casa, suggerendo il dubbio di abitare un suo doppio.
“La stanza doppia” fa parte di una trilogia, “La trilogia del feticista”. Ci spieghi da dove è nato il desiderio di farne una serie?
La trilogia del Feticcio e nata scrivendola. Ogni libro mi sembrava un appunto a quello precedente. Ogni tavola il tentativo di costruire teatrini surrealisti, shadow boxes, accumuli massimalisti e inconsueti che si rincorrevano, creando micro-narrazioni parallele, rivelando segreti, ma tacendone molti altri. Se ne “La stanza doppia” la camera materna prendeva vita, ne “Le Valentine” e il borsalino di un padre, e il doppio diventa multiplo. Quelle illustrazioni le ho riempite di rebus segreti, di ricordi d'infanzia, di cose non dette nei testi, di citazioni, di omaggi nascosti. Volevo realizzare delle Wunderkammer di carta. Ringrazio Stefano Bessoni, uno dei miei riferimenti artistici, e Varla del Rio, che hanno compreso, apprezzato e permesso la realizzazione di questi libri, che in autunno usciranno in un'edizione rivisitata e corretta.
Ci racconti che tecnica usi?
Adesso sto lavorando seguendo altre strade, ma sicuramente una cosa che accomuna questa trilogia e la tecnica. Inchiostro a china e il colore lo aggiungo in digitale. Il colore piatto e il segno nero guardano a una mia grande passione che e la stampa giapponese. Sono disegni che mi hanno impegnato molto tempo. Sono quattro anni che lavoro a questo progetto, prima in autonomia e poi con Bakemono. Spero incontri molti lettori curiosi e un po' ossessionati, come me.
Titolo: La stanza doppia
Editore: Bakemono Lab
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo di copertina: 16,90 €
Formato: 21x21
Pagine: 54
BIO
Marco Libardi, in arte Laverve, nasce a Trento e attualmente vive a Bologna, dove si è diplomato all'Accademia di Belle Arti con una tesi sull'oggetto surrealista e Joseph Cornell.
Pubblica albi illustrati con Bakemono Lab e si occupa di fumetti con il collettivo RAPTUS. Oltre alla scrittura e il disegno, si interessa al puppet making e alla costruzione di Shadow boxes.
Tra i temi che tratta ci sono l'infanzia, il perturbante, le wunderkammer, il collezionismo, i giocattoli, i fantasmi, il surrealismo, i sogni.
Trovate i suoi lavori su Instagram.
DI
ANDREA OBEROSLER
Andrea Oberosler è un animatore e illustratore trentino.
Lavora per privati ed editori e nel 2019 sono usciti i suoi primi albi illustrati, tra cui “La Maschera della Morte Rossa e altri racconti” (ed. Bakemono Lab), un tributo a Edgar Allan Poe con cui comincia ad esplorare le potenzialità dell'illustrazione gotica.
Nel 2019 vince il premio oro nella sezione editoria dell'Annual di Autori di Immagini.
(Foto di Stefano Pradel)